di Gabriele Ottaviani
I dittatori del Novecento – i due più famosi e più criminali: Hitler e Stalin – erano così persuasi dalle loro stesse bugie metafisiche che istituirono la legge della vittoria necessaria, come se fosse possibile comandare la palla e segnare sulla base di un ordine. Ma i dittatori non possono giocare a pallone perché riducono tutto al controllo e negano la pluralità: così vengono meno le condizioni di possibilità del gioco. Riducono tutto a Uno, ossia a loro stessi, e cancellano la condizione umana. I dittatori sono contro il calcio, esattamente come il calcio è contro i dittatori. Non è un caso che i totalitarismi del nazionalsocialismo e del comunismo non hanno vinto nulla giocando a pallone (l’Unione Sovietica vinse nel 1960 gli Europei giocando contro la Jugoslavia, ma si trattava davvero di un girone infernale minore, pur considerando il talento calcistico degli slavi). Il calcio è l’esaltazione della libertà che Hitler e Stalin non tolleravano. La Germania ha iniziato a vincere solo dopo la fine del regime di Hitler e lo ha fatto nel 1954 contro la Grande Ungheria di Puskás.
Football – Trattato sulla libertà del calcio, Giancristiano Desiderio, Liberilibri. Gli italiani affrontano le guerre come partite di pallone e le partite di pallone come guerre, disse, pressappoco, Churchill. Sartre invece sostenne, a buona ragione, che il calcio fosse una metafora della vita. Ma è anche vero, però, anzi, forse ancor più vero, ed è proprio da questo capovolgimento di fronte che prende le mosse Giancristiano Desiderio, saggista di chiarissima fama che ci ha già regalato imperdibili e sempre attualissime, persino al di là delle già pur rosee previsioni, esegesi di Benedetto Croce e molti altri autori, che è la vita a essere una metafora del gioco più seguito e irresistibilmente affascinante al mondo, per ognuno sin dalla più tenera età. Ricco di storia e storie, prendendo le mosse da due capisaldi del calcio totale sintetizzati dal mai abbastanza compianto Johan Crujiff, punta di diamante di una delle nazionali più forti mai esistite, l’Olanda degli anni Settanta del secolo scorso, ossia il controllo e l’abbandono del pallone, che stanno a significare che, come l’uomo può vivere la libertà perché non governa la vita, così il calciatore può giocare poiché non domina né possiede il gioco, Desiderio indaga la condizione umana, in tutta la sua articolata fragilità. Splendido e appassionante.