di Gabriele Ottaviani
La malattia, solo la malattia, sotto forma di pazzia, potrà salvare sua madre, farla vivere, crearle attorno pareti vellutate di pietà, di commiserazione o, sia pure, di derisione.
Arnaldo De Paolis, Azza, Nulla die. L’azza è un insetto. La cetonia aurata. Sì, proprio lei, la verde cetonia che faceva compagnia a una delle protagoniste della poesia pascoliana nel giardino della Digitale purpurea. Un animale che cerca la libertà. Come tutti. Come il protagonista. Nevio. Che Azza viene chiamato per soprannome da tutta la vita. Una vita che ha passato altrove rispetto al luogo dove è nato, convinto di aver subito un’onta imperdonabile. Ma il dolore del ricordo si fa sempre più forte nella sua prigione metropolitana, il ritorno è inevitabile. Con tutto quel che ne consegue. Fluido, scorrevole, limpido. Da leggere.