di Gabriele Ottaviani
Mi sarebbe piaciuto di più chiamarmi come te…
E qualcosa rimane, Nicoletta Bortolotti, Besa. Nasce in Svizzera, vive in Italia, si laurea, scrive per adulti e ragazzi e dà alle stampe un romanzo pluripremiato e bellissimo, la storia di una famiglia, di due sorelle, dell’evoluzione di un paese, l’Italia, mentre infuriano gli anni di piombo e Viola e Margherita, prima che il padre un giorno faccia perdere le sue tracce per andarsene, parrebbe, in Brasile, vivono una quotidianità gaia in cui giocano alle parrucchiere magiche, che con gli impacchi di tè di arcobaleno infondono nelle persone, per il tramite del loro cuoio capelluto, niente di meno che la felicità. Poi anche una delle due d’un tratto sparisce, per poi tornare dopo anni, e chiedere all’altra di prendersi un po’ di tempo per sé, perché ha qualcosa, finalmente, da dirle: e si sa, qualcosa rimane sempre, fra le pagine chiare e le pagine scure… Nicoletta Bortolotti è una fuoriclasse, e il romanzo è un incanto travolgente.