di Gabriele Ottaviani
L’acqua finalmente arrivò e si tuffò immediatamente, impetuosa e gorgogliante, nei due assetati bicchieri. Un sorso di fresca liberazione attraversò la mente accaldata. Poi il giovane, riprese: «A volte, ripensandoci, mi viene addirittura da ridere, prof. Nell’inverno 90/91, quando fu ufficialmente rimosso il segreto di stato sulla questione Gladio, Andreotti andò a raccontare in Parlamento particolari incredibili. Spiegò ad esempio dove si trovavano i depositi dell’organizzazione. Sa, i cosiddetti Nasco?» «Sì, sì. Devo aver letto qualcosa, tempo fa. Fece un elenco di chiese e di cimiteri, se non erro…» «Eccome. Hai capito, i preti? Centinaia di parrocchie, monasteri e conventi ospitavano nei loro sotterranei munizioni, armi, esplosivi! Da morire! Poi ci fu chi sgamò inavvertitamente qualcuno di questi depositi. Se non erro qualche ladruncolo, non ricordo bene. E così…» «…così Andreotti, in gran segreto, si risolse a far traslocare tutti quei carichi di materiale bellico sparsi per l’Italia…» «…per lo più nelle vicine caserme dei carabinieri! Ma pensa tu che roba. Il segreto di Pulcinella!» «Se non erro, però, qualche Nasco andò irrimediabilmente perduto, no? In alcuni casi ci venne costruito sopra qualcosa prima che il governo facesse in tempo a svuotarlo. Autostrade, edifici vari…» «Sì, sì! Ma lei pensi! Ancora adesso c’è gente che vive in edifici costruiti su cumuli di bombe e non ne sa assolutamente nulla! Poi, quando capita il disastro, beh… sarà stata senz’altro la caldaia di qualche appartamento!»
L’Honda anomala, Pietro Ratto, Bibliotheka. Via Fani, Roma nord, è il luogo dove il sedici di marzo del millenovecentosettantotto, com’è noto, avvenne il rapimento di Aldo Moro, che sarà ritrovato cinquantacinque giorni dopo, cadavere, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI, a via Michelangelo Caetani, di fronte alla splendida biblioteca nazionale di storia moderna e contemporanea, e l’omicidio di tutta la sua scorta. Nel dicembre del duemiladieci un ispettore della Digos in servizio presso la questura di Torino rinviene per caso fra i documenti in possesso del suo sovrintendente una lettera anonima della quale ignorava del tutto l’esistenza, e che adombra delle responsabilità terribili… Un’occasione per riflettere e ragionare attraverso la prosa emozionante di un’opera importante e solida.