di Gabriele Ottaviani
Nel 1839 quasi la metà dei funerali a Londra fu celebrata per bambini di età inferiore ai dieci anni, falcidiati dalla malattia o dalla malnutrizione.
Charles Dickens, Peter Ackroyd, Neri Pozza, traduzione di Luca Briasco e Simona Fefè. Scrittore inglese di chiarissima fama, autore di romanzi storici precisi e appassionanti, biografo dei più importanti personaggi, Ackroyd, con stile raffinato e maestoso, si accosta in questa occasione, compiendo un’esegesi che non lascia nulla al caso né trascura alcunché, che si configura davvero come imperdibile per tutti coloro che amino l’arte della parola e che adorino ritrovarsi in compagnia di un buon libro, a uno fra gli scrittori in assoluto più prestigiosi del mondo della letteratura a livello internazionale, il cantore, sempre empatico, mai paternalista o retorico, in piena ipocrita età vittoriana, dei poveri, degli ultimi, dei bisognosi, degli emarginati, dei dimenticati, di coloro che senza di lui non avrebbero mai avuto una voce potente, speranzosa e indomita, il simbolo e l’incarnazione di un tempo, tanto che la sua morte ha listato a lutto un’intera nazione: Charles Dickens. Da leggere, rileggere, far leggere.