di Gabriele Ottaviani
Stay still. Alla quattordicesima edizione della festa del cinema di Roma la pellicola con cui la documentarista Elisa Mishto debutta con successo nel cinema di finzione, avvalendosi anche di una brava compagine attoriale che vede tra i suoi membri, oltre alle protagoniste, due donne che sembrano l’una lo specchio dell’altra, gemelle assai diverse, canto e controcanto, anarchiche e ribelli, una ricca e soffocata dal peso delle responsabilità che fugge di tanto in tanto da un mondo spersonalizzante e destabilizzante in un luogo dove di norma nessuno invece vorrebbe o solo immaginerebbe di poter trovare riparo, ossia una clinica psichiatrica, l’altra un’infermiera alle prese con le difficoltà della maternità, pure Giuseppe Battiston, come al solito credibile nella parte affidatagli, e della colonna sonora, caleidoscopica e molto intrigante e originale, di Apparat, avvince e convince, raccontando un’intensa storia di amicizia e resistenza. Interessante.