di Erminio Fischetti
James Gray, regista bravo e sottovalutato, è una garanzia nel ritrarre con sincerità la prima parte della sua infanzia, proprio perché ha l’eleganza della schiettezza. E questo film, Armageddon Time – Il tempo dell’apocalisse, un coming of age newyorkese, un The Fabelmans del Queens, non senza l’elemento chiave della lotta di classe, che passa anche per le scuole nelle quali ci si può permettere di iscriversi e dalle amicizie, all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, poco prima che Reagan diventasse presidente, racconta limpidamente i tempi, la politica, il mondo, narrando la storia, attraverso la prospettiva dei suoi stessi occhi, di un ragazzino, il bravissimo Michael Banks Repeta, di origine ebraica nipote di un immigrato – splendido Anthony Hopkins, nel cast con, fra gli altri, tutti all’altezza, Jeremy Strong, Anne Hathaway, Jaylin Webb e in un cameo microscopico persino Jessica Chastain – e membro di una famiglia che in qualche modo vuole affrancarsi sin dal cognome, in realtà l’abbreviazione di un patronimico molto più ebreo e quindi molto meno presentabile e molto meno accettabile per quanto il politicamente corretto, le lottizzazioni, l’ipocrisia delle quote e delle percentuali non siano un problema di oggi, anzi. In sala da domani per Universal, da vedere.
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