di Gabriele Ottaviani
Allora aspetti l’amore con la A maiuscola, Clairette?
Scrittrice di straordinario talento e troppo poco nota, che ha attraversato pressoché per intero il cosiddetto secolo breve, essendo nata nel millenovecentouno e passata a miglior vita nel millenovecentonovantotto, Alice Rivaz, pseudonimo di Alice Golay, ha una prosa raffinata, magnetica, interessante, preconizzatrice di numerose istanze che sono assurte agli onori della cronaca e sotto le luci della ribalta in tempi successivi, in particolare anticipando le tematiche sviluppate dai movimenti femministi internazionali. Eccellente e acuta osservatrice della realtà, in questo testo pregevolissimo che si inserisce nella collezione di suoi volumi editi da Paginauno, Rivaz, con Il cavo dell’onda, romanzo tradotto da Alberto Panaro, seguito – ma perfettamente leggibile anche a sé – di Come la sabbia, pubblicato però a ben ventun anni di distanza, ossia nel millenovecentosessantasette, racconta la storia di un amore che non riesce a sbocciare, e quindi i protagonisti, preda dei loro dubbi e dei loro errori, vivono situazioni comiche, tragiche, paradossali. Maestoso.