Libri

“Gli introvabili”

di Gabriele Ottaviani

Entrare a Gibellina, il paese straziato, passando sotto la grande stella d’ingresso al Belice, 26 metri d’acciaio in altezza eppure leggera, significa compiere uno di quegli atti simbolici che mettono subito in stretta connessione con un luogo e la sua essenza: raggiungere Manhattan da Brooklyn percorrendo il celebre ponte; ascoltare il canto dei muezzin ad Istanbul dal cimitero islamico che sovrasta la moschea di Eyüp, il barbaglio del Bosforo come una rêverie; entrare direttamente dal deserto libico a Leptis Magna, dalla sabbia alle rovine sul mare, senza intermediari; percorrere un tratto della Statale 10, la Strada del Deserto orientale che arriva fino al confine con l’Iraq e poi prosegue per Baghdad. Tu passi sotto la stella realizzata da Pietro Consagra e sei nel Belice. La nuova Gibellina, dopo il terremoto del 1968, sorge ad una ventina di chilometri a valle dall’antica Gibellina. La vecchia con i suoi pochi resti è stata trasformata nella più impressionante opera di land art che il nostro Paese abbia mai conosciuto: il Cretto di Alberto Burri. Lo scultore si era rifiutato di intervenire nel paese nuovo, ma aveva capito che qualcosa avrebbe potuto fare: così fece compattare quelle macerie che potevano diventare un problema per tutti; il cemento della sua opera copre irrealmente ogni cosa della vecchia Gibellina. Un’operazione straordinaria a guardarla se non hai avuto nessun rapporto con quel luogo prima, ma mettiamo tu sia originario di quel posto e ti trovi non solo davanti alla sua distruzione, ma al sotterramento del ricordo dei tuoi stessi passi, in una topografia impazzita.

Gli introvabili – Alla ricerca di libri perduti, Giorgio Gizzi, Manni, introduzione a cura di Alberto Rollo. I libri sono la meta, ma anche la mappa attraverso cui orientarsi nel viaggio dell’esistenza per scoprire il senso più autentico delle cose e il potere salvifico della letteratura e della bellezza, che dà voce ai desideri dell’uomo e alle istanze più profonde: il percorso tracciato da Gizzi incanta e induce alla riflessione sulla cultura e sulla sua necessità. Da non perdere.

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