di Gabriele Ottaviani
Gli insegnanti della realtà della Volontà non sono mai stati così rilevanti…
Religione e ribellione, Colin Wilson, Carbonio. Traduzione di Nicola Manuppelli. Oratore indefesso, di origine proletaria, operaio squattrinato nella Londra tutt’altro che swinging dei primi anni del secondo dopoguerra, voracissimo lettore, outsider di nome e di fatto, come il titolo del volume, scritto nella sala di lettura del British Museum, visto che non poteva permettersi pressoché nulla, che gli ha dato chiara e meritata fama, pietra miliare, ingiustamente misconosciuta, ora come ora, della letteratura anglosassone, intellettuale figlio del suo tempo ma attualissimo, oltre che a dir poco poliedrico, narratore, saggista, studioso di esoterismo e dell’occulto, anticipatore di stili letterari e creatore di una sua personale filosofia esistenziale, prolifico sia per il numero di figli – sette – che per quello di opere, incalcolabile o quasi, in cui ha spaziato dalla fantascienza, al giallo, all’horror, all’esegesi letteraria, psicologica, archeologica, magica, paranormale e biografica, Colin Wilson, nato nel millenovecentotrentuno e morto otto anni fa, avverso all’establishment per costituzione, indaga in questo raffinato e curatissimo volume da un numero impressionante di punti di vista due fra i principali fenomeni umani. Da non perdere.