di Gabriele Ottaviani
Il primo Natale che io ricordi – Dovevo avere quattro o cinque anni. Rivedo un Paperino di gomma chiuso in una scatola di plastica trasparente. Tenevo la scatola in mano e dicevo che Paperino era in ascensore. Mi avevano regalato un Paperino in ascensore. Il tavolo di cucina era carico di regali. Non mi ricordo alberi di Natale. Forse era Befana. Mi è restata comunque nella mente una visione di cose luminose, uno scintillio. Il tavolo era così grande da riempire quasi tutta la cucina. O forse ero io a essere molto piccolo, con la faccia che arrivava appena sopra la tovaglia. Non sono figlio unico. Da qualche parte nella stanza doveva esserci anche mio fratello. I miei genitori erano sagome opache, niente di paragonabile a Paperino.
Acrobazie – Storie brevi e brevissime, Alessandro Trasciatti, Il ramo e la foglia edizioni. Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce, ma la mente non è da meno nel suo essere distante finanche da sé stessa: i percorsi imperscrutabili attraverso la desolante fragilità dell’esistenza in cui si perde sono infatti ammalianti e destabilizzanti, nonché il sostrato in cui affonda le sue radici il pregevole volume di Trasciatti, francesista – e si vede dalla sua prosa che profuma di Queneau – di formazione, che con queste brevi storie immortala la disarmonia del quotidiano, la stravaganza che si fa punto di partenza per la scoperta del mondo. Da non perdere per nessuna ragione.
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È bello sentirsi apparentare a Queneau. Grazie.
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