Libri

“L’Argatil”

di Gabriele Ottaviani

La scarsa qualità dei piatti serviti era compensata dall’abbondanza di vino mesciuto. Il Nero d’Avola scorreva come un fiume di porpora in piena. L’incarnato dei commensali aveva assunto il colore dei san marzano bruciati dal sole di luglio. Il volume delle voci e delle risa era a prova di denuncia per schiamazzi notturni. Anch’io avevo in circolo parecchia uva fermentata. Gesticolavo come una napoletana, avevo relegato nel dimenticatoio i modi da bobo parigina. Poi successe, nell’ordine, che il Catto-poeta riuscì a strapparmi il numero di cellulare senza che opponessi la minima resistenza. Al Poeta-falco non doveva essere sfuggita la scena perché mi raggiunse e mi suggerì di terminare il bicchiere e fare un giro di saluti. Era stanco e voleva rincasare. Io sarei rimasta ancora a farmi corteggiare e a finire un’intera bottiglia anziché il bicchiere. Poi, dall’alto della terrazza dell’hotel, avrei guardato in basso e lontano fino a sentire la vertigine fondersi con l’ebbrezza. Avrei dato un tiro al sigaro del Catto-poeta, inspirandoli entrambi. Il mare avrebbe fatto finta di non vedere, le stelle di non sapere. Era il mio momento di assoluta libertà e fuga da una vita comoda e stretta. Volevo farne scorta per gli inverni a venire. Per quanto tossiche, avevo bisogno di foglie di oleandro e zollette di zucchero imbevute di laudano. L’arsenico, a piccole dosi, non uccide. Guarisce.

L’Argatil, Gabriella Montanari, WhiteFly Press. Gabriella Montanari, Italo-francese, laureata in Lettere Moderne e diplomata in pittura, editrice, traduttrice, autrice di prose e poesie nonché collaboratrice di varie testate, indaga in questo testo appassionante la figura misteriosa di Maria Marchesi, poetessa straordinaria ma misconosciuta che diciassette anni fa vince con la sua prima silloge il premio Viareggio. Che non ritirerà mai. Non ci sono sue foto. Nessuno la conosce. Non c’è alcuno che l’abbia mai incontrata. Dieci anni dopo però un’editrice romagnola riceve un suo inedito e cerca di saperne di più: le ricerche la conducono a Roma, in manicomio, a Santa Maria della Pietà, dove negli anni Settanta c’è una paziente coetanea e quasi omonima di Maria Marchesi. Le due esistenze appaiono connesse da insoliti punti di contatto, e sembrerebbe che dietro ci sia anche una terza persona… Ma chi? Labile è il confine tra verità e menzogna, tra vita e letteratura, tra follia e normalità, ammesso che esista… Da non perdere per nessuna ragione.

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