di Gabriele Ottaviani
Usavate il preservativo? No, papà, non lo usavamo. Lo sai che bisogna usarlo quando si fanno queste cose? Sì, papà, lo so, però solo se fai sesso con molte ragazze. Io lo facevo solo con Marta e Marta solo con me e, penso, con Fulvio, però Fulvio era il marito e sono sicuro che non ci ha le malattie. E poi è anche mio amico. Poi lui mi accompagnò in camera mia che io avevo già il pigiama e avevo lavato anche i denti. Mi tenne compagnia per un po’, che non si sentiva neppure più mamma che frignava. C’era il solito silenzio di quando andiamo tutti a letto. Allora lui mi diede un bacio e disse buona notte, Tommaso, cerca di dormire che domani ci hai scuola. Ma quando lui spense la luce e se ne andò, io non potevo togliermi dalla testa che Riccardo mi aveva tradito e che ora ero nei casini e che chissà cosa mi sarebbe successo e poi pensavo che avevo messo nei guai anche Marta e Fulvio e la rabbia mi montava dentro. E così, senza pensarci su e come per calmarmi, postai la foto del pompino che si vedeva la faccia di Riccardo. Il resto lo sapete. Giona dice che qualsiasi cosa noi facciamo ci sono delle conseguenze ed è per questo che bisogna pensare prima di agire. Ora queste conseguenze possono essere piccole oppure grandi. Nel mio caso c’è stata come una reazione a catena che, alla fine, ha creato un gran botto come se fosse scoppiata una bomba. Non è assurdo? Che male c’è a fare l’amore con la ragazza che ami? Non succede forse tutti i giorni che un ragazzo e una ragazza si amano e fanno l’amore? Però, non so se lo avete capito, una ragazza grande, tipo Marta, non può fare l’amore con un ragazzo piccolo…
Adolesco, Timothy Megaride, Il ramo e la foglia. Torrenziale come la passione, come la rabbia di chi non vede l’ora di diventare grande ma non ha gli strumenti per farlo, di chi vuole il suo posto nel mondo e non si riconosce in quel che vede attorno a sé, di chi cerca l’amore e non sa che farsene, di chi non sa chi sia né chi diventerà, come il flusso di una coscienza inquieta in una realtà adulta ma infantile, e che non capisce né considera affatto i ragazzi, ed è inoltre sempre più vacua, rissosa, invidiosa, violenta, che mercifica ogni cosa, specialmente l’ingenuità, Adolesco, come il verbo latino che già nella sua morfologia presenta un ampliamento del tema che racchiude in sé il senso e il significato di un’azione progressiva, di un’evoluzione, di un ampliamento di sogni, speranze, prospettive, è un sorprendente, deflagrante, destabilizzante romanzo che racconta la storia di un ragazzo di buonissima famiglia che d’improvviso si ritrova nell’occhio del ciclone, e racconta con la sua voce, schietta, pura, viva, fresca, stentorea, credibile, icastica, antiretorica, ironica, straziata e colorita il suo mondo, la sua verità, il suo quotidiano fatto di sesso e sessualità, revenge porn, abiezione, accettazione di sé, aspirazioni, rimorsi, rimpianti, vendette, sensi di colpa, maldicenze, meschinità, pentimenti, frustrazioni, debolezze, conflitti, tabù, ossessioni, pulsioni: brillante come un fulmine, potente come un tuono.
Grazie a Gabriele Ottaviani per la recensione e a Convenzionali per lo spazio che ci dedica.
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