di Gabriele Ottaviani
Prima di salire sul cavallo di acciaio era necessario controllare la classe di appartenenza…
Nino e gli anni Cinquanta, Enrico Magni, Giovane Holden. Si esce dalla guerra, il paese è da ricostruire, c’è voglia di vivere, sognare, amare, ricominciare, tornare a giocare per le strade, nelle piazze, correre e abbracciarsi, c’è tanto lavoro, per tutti, tanta miseria, tanta fatica, ma anche tanta speranza, e non mancano i valori, e quello supremo è la dignità: gli anni Cinquanta del secolo scorso, l’ultimo del millennio passato, sono anni duri ma spumeggianti in Italia. Per certi versi vivono solo nei ricordi e nei racconti, per altri non sono affatto lontani dal nostro tempo, anche se un bambino di oggi vede quel mondo con gli occhi con cui si guarda la storia antica: l’opera di Magni è una vivida pinacoteca che fa bene allo spirito, che induce alla riflessione, rimette nel giusto ordine le priorità, arriva con grazia e senza retorica all’essenza delle cose. Da non perdere.