di Gabriele Ottaviani
In effetti si sono forniti un alibi a vicenda…
Muori per me, Elisabetta Cametti, Piemme. La voce spaventata di una bambina squarcia il silenzio della notte: chiama la polizia perché sua madre è scomparsa, e sua madre è l’assistente personale di una delle fashion blogger più famose al mondo, Ginevra Puccini. Insieme ad altre quattro donne il suo corpo sarà ritrovato nelle acque stagnanti del lago di Como: i cadaveri, su pelle e mucose, presentano ulcere evidenti, frutto di una rara reazione allergica, causata, come accerta l’autopsia, da una sostanza sconosciuta. Tutti questi indizi diventano una prova con la scoperta dell’arma del delitto, ma sulle pagine social di Ginevra Puccini compaiono dei video sconvolgenti quando ormai il caso sembra chiuso: perché lei conosce il nome delle vittime non ancora identificate, conosce la storia, conosce il gioco perverso che le ha uccise. Il problema è che Ginevra non si trova, tutti la cercano ma nessuno riesce a sapere dove sia: e chi è davvero Ginevra, la prossima vittima o il carnefice? Ottimo.