di Gabriele Ottaviani
La scena che apre Sentieri selvaggi fissa in maniera quasi canonica un incipit narrativo destinato a generare una vasta discendenza.
Il cinema che ho visto – Frammenti di un’autobiografia, Gian Piero Brunetta, Carocci. Siamo fatti delle esperienze che abbiamo provato, e quindi anche dei film che abbiamo visto, che ci hanno formato, tutti, nessuno escluso. A maggior ragione questo assunto vale per un intellettuale come Gian Piero Brunetta, accademico, storico del cinema, critico cinematografico, ordinario di storia e critica del cinema dell’Università degli studi di Padova, autore della Storia del cinema italiano. Formatosi con Folena e Bettini, esperto anche di semiotica, di linguistica, di narratologia e di storia dell’arte contemporanea, laureatosi con una tesi sulla formazione della teoria e critica cinematografica negli anni Trenta del Novecento e sulla genesi stessa dell’idea di neorealismo, è uno dei più autorevoli esponenti del settore ma prima di tutto un appassionato cultore della settima arte che ha visto rappresentate sullo schermo anche le sue emozioni e ha la dote di saperle raccontare attraverso il diaframma di una spiccata competenza e di un finissimo senso critico. Da non perdere.