di Gabriele Ottaviani
Ho dato corpo al sogno
nella scultura
nell’affresco tombale
nel suo cartiglio intrecciato al mio.
Akhenaton, Dorothy Porter, Fandango, traduzione di Maurizio Bartocci. Così come il faraone che voleva instaurare il monoteismo nella terra resa fertile dal limo del Nilo rifugge a qualsiasi catalogazione, anche quest’opera non ha confini: è un romanzo, certo, ma scritto in versi, composto da poesie, tutte legate assieme ma pure autoconclusive, e non si tratta solo, ammesso e non concesso che sia legittimo dire così, di una biografia, ma anche di un affresco della frammentazione dell’io umano in tutta la sua caleidoscopica varietà. Da non perdere.