di Gabriele Ottaviani
Se racconti questa cosa a chiunque mi metti in un casino tremendo.
La carne, Cristò, Neo. Misterioso, ammaliante, bellissimo, commovente e disturbante insieme, come il ricordo di qualcuno che non c’è e non può tornare, a cui non ci stanchiamo di pensare, anche se ci fa male, quest’allegoria distopica, fantastica e perturbante della storia e della malattia ci parla di un mondo in cui tutto appare rovesciato, e dunque straordinariamente coerente: si aggirano famelici personaggi senza vita eppure viventi, che cercano carne con la quale cibarsi ma che sono innocui, che raccontano di noi, del nostro essere eternamente insoddisfatti solo perché ostinatamente restii a guardare le cose dall’angolo giusto… Geniale.