di Gabriele Ottaviani
Si sedettero l’uno di fronte all’altro e misero i gomiti in posizione. Poi unirono le mani e si sfidarono con lo sguardo…
Charcoal Joe – Un’indagine di Easy Rawlins, Walter Mosley, Bompiani, traduzione di Fabrizio Coppola. Siamo a maggio, ma non è quello di Parigi, benché l’anno sia lo stesso, il millenovecentosessantotto, né quello selvaggio di Albinati che ha dato alle stampe l’immersiva esperienza di dodici mesi da insegnante dietro le sbarre, bensì nella calda stagione in boccio losangelina, nella quale un veterano riesce finalmente, dopo anni come detective privato, ad aprire la propria agenzia investigativa, e si trova subito alle prese con un caso spinosissimo, poiché un vecchio amico gli chiede di incontrare un detenuto convinto dell’innocenza del figlio di una persona a lui cara, un giovane e brillante laureato in fisica trovato sul luogo di un duplice omicidio. Si dà il caso che le vittime siano bianche, l’accusato sia nero, il detective pure, le tensioni razziali siano esplosive e il detenuto sia noto a tutti come Charcoal Joe… Brillante, intrigante, ben scritto, ben caratterizzato, ben congegnato: da leggere, rileggere e far leggere.