
di Gabriele Ottaviani
Mi devo calmare. Affrontali con dignità. Questa sì che è una parola: dignità. Non possono togliermi anche quella. Nudo come sono, trattato peggio di un animale.
Guidando uno dei più celebri scioperi della fame della storia contemporanea è morto – il cinque maggio, ei fu, del millenovecentoottantuno – ventisettenne, e davvero viene per certi versi da pensare a lui come a una star del rock: la sua figura si staglia ancora oggi monumentale, anche grazie allo splendido film di Steve McQueen di dodici anni fa in cui gli dona corpo e anima uno straordinario Michael Fassbender. Discriminato da sempre, nato in una famiglia operaia e cattolica di Belfast, entrato nell’IRA a diciott’anni e arrestato a ventidue senza prove a suo carico, Bobby Sands è l’autore di questi scritti per lo più inediti, per la prima volta tradotti in italiano, vergati di suo pugno sulla carta igienica e sulle cartine delle sigarette, introdotti in questa bellissima edizione di Paginauno curata da Riccardo Michelucci ed Enrico Terrinoni da Gerry Adams: Scritti dal carcere – Poesie e prose non solo si inseriscono a pieno titolo nel canone del genere della letteratura scritta pensando alla libertà quando di essa si è privi, ma hanno l’autorevolezza di una dichiarazione di poetica che abbraccia l’intero scibile e, soprattutto, l’umanità, con le sue istanze più nobili ed elevate.