di Gabriele Ottaviani
Poi la notte fa il suo seguito. Anna è luce e lo dimostra a ogni inarcarsi della schiena, a ogni carezza data o ricevuta, nei respiri e nei sospiri, nel prendere e nel dare. Le cose intorno perdono improvvisamente il loro antico spessore e fogli di carta sono adesso le pareti. Veline frementi al più piccolo sussulto dei due. Giuda sa cosa deve fare. Tiene gli occhi chiusi, come fosse ignaro dello sguardo di lei, e sorride mentre Anna lo osserva. Ora la stringe forte come dovesse trattenerla dal cadere in un burrone. Ora la sfiora appena, come nemmeno volesse farlo. Distrattamente. La possiede con forza, le stringe i capelli, e poi all’improvviso il silenzio.
Nel nome di Giuda, Giorgio Guzzi, IoScrittore. Nomen omen, ha scritto Plauto secoli e secoli fa: nel nome c’è il destino. E quale può essere quello di un uomo che si trama come il traditore per antonomasia? Cinque lettere che sono un marchio, che brucia come il fuoco: la storia di Giuda è una storia di violenza, delitti, morte, passioni travolgenti. E… Solido, compiuto, intenso, travolgente. Da leggere.