di Gabriele Ottaviani
Non è detto che esista un’unica soluzione per mitigare le interferenze interstellari.
Il cielo è di tutti, Patrizia Caraveo, Dedalo. Non ha confini. Non ha barriere. Per ognuno è lo stesso. Immenso. Inaccessibile. Eterno. Ineffabile. Libero. Equo. E non finisce mica, anche se manchi tu, dice una celebre canzone. Si definisce una persona fortunata, l’autrice, perché fa il secondo mestiere più antico del mondo ma certamente il più affascinante, ossia l’astronoma, colei che punta lo sguardo verso l’infinito e, in un tempo in cui gli strumenti tecnologici sono avanzati come non mai ma d’altro canto, sventuratamente, l’astronomia è diventata la cenerentola delle cenerentole fra le declinazioni disciplinari del sapere, indaga ciò che ci sovrasta, protegge e definisce e verso cui tendiamo: Patrizia Caraveo è indubbiamente una delle Grandi Voci (e non a caso così si chiama la nuovissima collana di Dedalo che di fatto viene alla luce con questo volume) della nostra cultura, e questo agilissimo volume è imprescindibile.