di Gabriele Ottaviani
L’irritabilità e la pomposità di Junior andavano scemando. Ora era possibile intrattenere con lui conversazioni più lunghe senza necessariamente saltare di palo in frasca (anche detto «flusso di idee») e senza la sua continua ironia polemica. C’erano argomenti importanti di cui discutere: salvare una carriera, sanare i rapporti con amici e familiari, evitare gli ospedali psichiatrici da quel momento in poi. Il tono di questi discorsi era serio, quasi malinconico. Mi chiesi se stesse diventando depresso o se, come sostenuto da chi lo conosceva meglio, questa fosse la sua vera natura: un giovane, riflessivo, pensieroso e introspettivo. Di tanto in tanto lanciava ancora l’occasionale frecciatina contro i miei privilegi da bianco: «Facile dirlo, per te» o «Scommetto che non hai mai passato un momento difficile». A volte esulavamo dall’ambito professionale e ci mettevamo a parlare di musica. Gli dissi che strimpellavo il piano. A entrambi piaceva il jazz.
Anthony David, Nell’abisso – Storie di menti spezzate, Il saggiatore. Traduzione di Camilla Pieretti. Anthony David è un neuropsichiatra di chiara fama a livello internazionale: ha studiato la mente, ne è appassionato, cerca di penetrarne il mistero, si impegna strenuamente per guarirla, laddove porti su di sé il segno del malanno. Sono sette le storie al centro di questo apologo della condizione dell’individuo che non si riconosce più in un altrove che non gli appartiene, in un mondo che lo respinge, in una realtà che non lo rappresenta, dimentico di una parte di sé, smarrito, senza identità, a pezzi, in frantumi, eppure al tempo stesso sempre intero, uno, unico, riconoscibile. E David, parlando di un uomo convinto di essere morto e di non conoscere la propria moglie, di una donna da sempre in stato vegetativo pur senza che il suo encefalo presenti danni, di un’altra tormentata da voci che vogliono che si dia la morte, di un’altra ancora che, a causa di un trauma, è perennemente scossa da terribili convulsioni, racconta di tutti noi, e della nostra paura di essere felici e di non meritarci la gioia. Sontuoso.