di Gabriele Ottaviani
Quanto precede il vero avvisato concepisce l’angoscia. L’annuncio scoperchia il punto debole che è l’impotenza. Quanto accadrà è l’onnipotenza e nell’annuncio è un atto crudele. L’essere umano che ascolta è in potenza la vittima, e ha l’impotenza. Conoscere il quadro dei prossimi eventi peggiora le cose, forse; l’umore di certo. Aumenta il vero. Lo rende supervero perché immaginato, congetturato, vissuto in anticipo. La psiche sa farsi del male. Il male è dovunque, ma prima che il vero accada il male è malvagio. È la tortura dell’anticipazione. Il testamento è il gesto masochista dell’essere umano. Una lesione che si nasconde nell’altruismo. Il testamento è la morte prima della morte, la migrazione prima dell’upload, un’accelerazione delle cose che accadono senza la pazienza di attendere il vero. Non ti basta l’ora? Tu vuoi prepararti all’ora. E invece aiuti il coltello che ti passa, la malattia che ti ferma, il Mentor che ti spegne e trasloca…
Il regno dei fossili, Davide Orecchio, Il saggiatore. scrittore che rifugge le semplificazioni, le generalizzazioni e i generi stessi, confini convenzionali e spesso vacui per quel che concerne il significato che dovrebbe connotarli, le banalizzazioni e le classificazioni tassonomiche e manichee, Orecchio, la cui prosa è immaginifica e maestosa, intreccia continuamente realtà e finzione, la storia individuale e quella dell’Italia, attraverso le vite illustri e parallele di una bambina e di un monumento della prima repubblica, l’uomo di cui si è detto, e che con ogni probabilità è in prima persona stato, quintessenza, sintesi, emblema e summa dello spirito del suo tempo e del suo popolo, tutto e il suo contrario, ossia il proprietario della villa di cui d’estate, dal giardino del nonno, la piccola poteva sbirciare il profilo: nientedimeno che Giulio Andreotti. E… Da non perdere per nessuna ragione.