di Gabriele Ottaviani
Quando si tratta di noi, e non degli altri, non sappiamo prevedere mai nulla.
Come la sabbia, Alice Rivaz, Paginauno. Traduzione e cura di Grazia Regoli. Amata da Annie Ernaux e Lea Melandri, all’anagrafe Maddalena Melandri, giornalista, attivista, saggista, insegnante e vero e proprio nume tutelare del femminismo, Alice Rivaz, splendida autrice elvetica che ha attraversato, avendo vissuto tra il millenovecentouno e il millenovecentonovantotto, pressoché tutto il secolo breve, preconizzando tempi e istanze, in questo suo volume, comparso per la prima volta sugli scaffali delle librerie nel millenovecentoquarantasei, narra dell’esistenza di una piccola élite di funzionari di un organismo internazionale a Ginevra nel millenovecentoventotto: fuori, al di là delle ampie vetrate della loro privilegiata enclave, la storia incombe e scorre, dentro ribolle un crogiuolo di speranze, passioni, attese, ansie, frustrazioni. Hélène Blum e André Chateney, personaggi formidabili e caleidoscopici, sono solo, se così si può dire, la punta di diamante: ottimo.
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