di Gabriele Ottaviani
Si sta troppo bene, in questi momenti. Corpi intrecciati, splendida amica. Nudi come animali appena sorti al mondo, tra l’erba. E per stanotte non chiedo di più.
La grande stagione, Paolo Ruggiero, Castelvecchi. La vita è un viaggio, e quello che Livio compie ha molte tappe, accomunate da un sostrato, la ricerca di sé: le numerose e torride avventure sessuali che vive sono la punteggiatura della sua progressiva presa di coscienza. Ognuno ha un posto assegnato, in quest’atomo opaco del male, e Livio, costretto di fatto a laurearsi, alla soglia dei trent’anni, più dagli eventi che dalla volontà, inizia a lavorare, si imbatte in varie e rocambolesche peripezie, si trasferisce dall’ubertosa e generosa Bologna, donna felliniana che a sua volta aveva raggiunto dalla provincia, a bordo di una vetusta ma solida e affidabile Opel, e che sembra, come Calipso, del tutto restia a scioglierlo dal suo abbraccio appassionato, prima a Parigi e poi tra i riverberi bianchi e turchini di un’isola greca, sotto quel cielo che gli ha sottratto troppo presto il padre, perito in un incidente aereo. E chissà come sarebbe andata, altrimenti, la sua esistenza… Anticonvenzionale, intenso, ben scritto, profondamente autobiografico, questo tuffo nell’armonia dei sentimenti e della memoria è assolutamente da leggere.
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