di Gabriele Ottaviani
Erano arrivati i nordisti!
Via col vento, Margaret Mitchell, Neri Pozza. Operazione davvero significativa e interessante quella dell’editore, che ripropone un classico formidabile con l’introduzione di Mariarosa Mancuso e la nuova e validissima traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani. Del resto è in generale cosa buona e giusta che le versioni in lingua diversa dall’originale in cui è stata redatta l’opera periodicamente vengano aggiornate, non per infarcirle di anacronismi, ma perché meglio si leghino allo spirito del tempo: a maggior ragione in questo caso specifico, nel quale la riscrittura precedente risentiva pesantemente ancora della censura e dell’autarchia finanche linguistica imposta dal regime fascista, che non consentiva in nessun ambito alcun lemma straniero, giungendo persino a esiti caricaturali e grotteschi, quando non meramente e biecamente razzisti, come d’altronde avvenne nel doppiaggio coloniale del monumentale film tratto da questo romanzo impareggiabile, opera di fatto unica della sua autrice, cresciuta in Georgia ascoltando i racconti dei veterani della guerra di secessione, premio Pulitzer erroneamente definito come sudista tout court (non è che si faccia fare una bella figura agli stati confederati quando viene fatto dire a Rhett che hanno solo cotone, schiavi e arroganza…), bensì vero e proprio grande romanzo americano, quasi tolstojano, sulla scia di quel rinascimento a stelle e strisce che diversi decenni prima di questo testo che è una vera e propria colonna dell’immaginario collettivo, non foss’altro per celebri citazioni divenute aforismi e frasi formulari, aveva prodotto i capolavori di Melville e non solo. Scarlett O’Hara, per tutti Rossella, inestricabilmente legata al volto perfetto di Vivien Leigh, attrice di talento eccezionale, è per molti versi la prima grande eroina anticonformista moderna, un personaggio insostituibile per un libro da leggere, per una storia che tutti crediamo di conoscere ma riserva invece numerose sorprese.