di Gabriele Ottaviani
Un anno fa l’on. Palmiro Togliatti, capo amato dei lavoratori e della gioventù democratica italiana, era vittima di un vile attentato. La politica di odio e di provocazione del governo armò la mano di Pallante. Lo sciopero generale che seguì l’attentato, lo sdegno unanime del popolo, di tutti i democratici del mondo intero, l’ansia e l’affetto che il popolo dimostrò in quelle tragiche giornate per il capo della classe operaia italiana furono un monito severo e preciso per i reazionari italiani e internazionali. In quei giorni i giovani comunisti italiani si impegnarono di fronte al compagno Togliatti a moltiplicare i loro sforzi per conquistare alla causa della democrazia e del socialismo nuove migliaia di giovani. Un anno è passato. In questo anno la lotta si è vieppiù sviluppata. La gioventù comunista che ha al suo attivo grandi lotte, che si è arricchita di nuove esperienze, che si è educata in cento battaglie si appresta a portare al compagno Togliatti, in occasione dell’anniversario dell’attentato, i risultati raggiunti in un anno. Da centinaia di sezioni della risorta gloriosa FGCI telegrammi e lettere arriveranno per annunciare i successi ottenuti. Il 14 luglio, in onore al compagno Togliatti, per i giovani comunisti costruttori della Federazione Giovanile, sarà una giornata di mobilitazione e di lotta.
Il sole sorge ancora – Tra politica, giornalismo e cinema, Gillo Pontecorvo, Mimesis. A cura di Fabio Francione. Regista, sceneggiatore, autore e attore (nel ruolo per esempio di un membro della Resistenza nel film di Aldo Vergano del millenovecentoquarantasei intitolato Il sole sorge ancora) di famiglia ebraica benestante presa di mira dalle leggi razziali, fratello di un celebre fisico e di un notissimo genetista, direttore d’orchestra mancato, esule a Parigi e a Tolosa, tesserato del PCI, partigiano, nominato agli Oscar per un film proibito a lungo in Francia perché anticoloniale, premiato col Leone d’oro che dovette vendere, finì nelle mani di Spielberg che volle restituirglielo ma lui glielo lasciò, dicendo che era in ottime mani, Gilberto detto Gillo è un monumento all’impegno civile, e la sua voce è più attuale e necessaria che mai: i suoi scritti, da intellettuale finissimo qual è e sarà per sempre, sono da leggere, rileggere, non perdere, conservare e tramandare.