di Gabriele Ottaviani
Se Martino non ha visto Interceptor, ha invece apprezzato Blade runner…
2019 – Dopo la caduta di New York di Sergio Martino, Manuel Cavenaghi, Gremese. Avvolto da un vespaio di polemiche per le somiglianze – ma è stato sempre sostenuto che la sceneggiatura in realtà fosse precedente – con la pellicola di Carpenter, questo film di fantascienza dalle atmosfere distopiche e postapocalittiche ambientato in un anno ricorrente nella storia del genere e che sembrava così lontano all’epoca della realizzazione dell’opera con Valentine Monnier, ossia nel millenovecentoottantatré, e oltretutto foriero di incredibili promesse, basate su una sperticata immaginazione, e che invece altro non è che il nostro presente, e anzi, siamo a due mesi dalla sua definitiva dipartita, narra di un mondo devastato dalla guerra atomica in cui non si può dare nuova vita perché la radioattività ha contaminato ogni cosa. Un’iperbole, certo, ma purtroppo nemmeno poi così tanto… L’esegesi che ne fa Cavenaghi è approfondita e avvincente. Da leggere.