Libri

“Rue de Berne, numero 39”

41cPgFtLmcL._SX335_BO1,204,203,200_di Gabriele Ottaviani

Mbila pianse ricordando i momenti difficili del suo sfruttamento. Si ricordò per esempio dei dolorosi episodi di doppia penetrazione con dei turchi depravati, kebabbari di Rue de Berne. Pianse al pensiero di quei neri insaziabili, che per un prezzo irrisorio vendicavano le loro pulsioni sessuali inappagate da giorni. Si ricordò di quei momenti in cui aveva dovuto mettere a repentaglio la propria salute accettando le richieste ben pagate di quei padri-di-famiglia-sempre-via-per-lavoro che le chiedevano di fare un salto senza paracadute…

Rue de Berne, numero 39, Max Lobe, 66thand2nd, traduzione di Sándor Marazza. Dipita è immigrato. Di seconda generazione. È gay. È nero. È del Camerun. Cresce in Svizzera. A Ginevra. Dove tanti sono ricchi. Diversi ricchissimi. Lui è assai povero. Vive in un mondo povero. Un ghetto, quello del quartiere a luci rosse, il cui cuore pulsante è la caleidoscopica Rue de Berne, dove lui sperimenta un’alienazione molteplice, una diversità plurale, ma incontra anche tanta autentica umanità, e ora che ha tempo per meditare, dato che è rinchiuso in una cella della casa circondariale di Champ-Dollon, inizia con voce piena e schietta a raccontare la sua storia, partendo dall’inizio, dal passato, ripercorrendo tutta l’impervia strada che l’ha condotto fin lì… Maestoso.

Standard

Lascia un commento