di Gabriele Ottaviani
Poche ore più tardi avrebbe conosciuto la fidanzata di suo figlio, avrebbe dovuto essere contenta.
Nel silenzio delle nostre parole, Simona Sparaco, DeA Planeta. Il romanzo, vincitore del premio DeA Planeta del duemiladiciannove, narra con eleganza evidente già dalla bella copertina e soprattutto dall’ossimorico, musicale, lirico e significativo titolo, la vicenda di anime trincerate in rimpianti soffocanti e avviluppate in timori che il pudore non consente di confessare, che non hanno il coraggio di accettarsi per come sono e di lasciarsi andare, mettendosi in gioco, rischiando, personalità fragili eppure fortissime squarciate dal dolore, dalla paura di deludere chi amano, dall’ansia di essere felici e di non sapere come gestire le novità, affrontare le prove che costantemente giorno dopo giorno l’esistenza pone loro dinnanzi, che temono il futuro finché non è proprio quest’ultimo, diventando d’improvviso, benché certo non si possa definire inatteso, nell’ineluttabile scorrere del tempo, un tragico e pericoloso presente, a costringere uomini e donne in preda al male di vivere ad abbandonare gli indugi e mollare gli ormeggi. In un appartamento che nessuno più occupa un frigorifero va in cortocircuito: lente, silenti, subdole, inesorabili, le fiamme iniziano a divorare ogni cosa in quel condominio in cui si sfiorano destini incrociati, mentre la metropoli di notte dorme e forse sogna immagini di vita e/o di morte. Bellissimo.