di Gabriele Ottaviani
Un altro fattore di stress legato alla comunicazione riguarda l’esposizione al giudizio da parte di un pubblico molto vasto che si realizza nelle piattaforme social.
Il benessere digitale, Marco Fasoli, Il Mulino. Siamo ormai abituati da anni a essere sempre connessi, ed è questa una straordinaria opportunità sotto numerosissimi punti di vista, ma purtroppo spesso non mancano anche gli eccessi in questo ambito, tanto che per esempio non è oggi come oggi così infrequente assistere ad attacchi d’ansia quando la ricezione del telefono non è adeguata. E non perché si debba sempre essere reperibili per questioni di vita o di morte, ma perché magari si è impossibilitati a condividere la propria ultima non necessaria storia su Instagram, quindici secondi che non resteranno nell’etere per più di un giorno, metafora perfetta dell’effimero che connota sventuratamente anche le relazioni umane nella contemporaneità. Non si è più abituati a gestire l’imprevisto, ogni contrattempo banalissimo pare una congiura del Creato di cui si è incolpevoli vittime, si è sempre più precari, fragili, insicuri e bisognosi di affetto, stima, considerazione, e per ottenere tutto ciò ci si espone finanche al rischio del ludibrio. Come sempre la colpa non è del mezzo, ma del modo mediante il quale vi ci si approccia: Marco Fasoli, con agile e abile prosa, fotografa con impeccabile messa a fuoco la nostra società. Da leggere.