di Gabriele Ottaviani
La facevano rimanere sempre in isolamento perché era ingestibile: le piaceva menare, soprattutto gli assistenti. Non era neanche possibile contenerla: oltre a essere incinta era una bestia, alta ed enorme! Una faccia, dei piedi e delle mani stratosferiche. Faceva sempre ciò che voleva e durante l’ora d’aria si lavava il suo enorme pancione, tutta nuda, sotto la doccia della sezione. Ero commossa da quella visione, si sentiva libera e riusciva a far sentire così anche noi. Solo nel guardare una donna che si faceva la doccia! Emanava conquista di libertà! La trasferirono e al suo posto arrivò una ragazza di colore, era molto carina con me, forse perché cercavo di darle qualche sigaretta. Staccò agli agenti due dita delle mani. Qualche volta scappava e se ne andava girando per le gallerie, portando sempre con sé duemila rosari e persino una Bibbia. Sempre! Era incredibile, ma buona e simpatica. Ogni tanto ne veniva una nuova. Una, perfino, rubò un tablet e si consegnò. Diceva che per un po’ non voleva stare fuori. Ci sono ragazze che arrivano vicino al suicidio. Altre invece ci arrivano e basta. Si tagliano o prendono a capocciate i blindi. Una volta anch’io ho spaccato la cella prendendo a cazzotti e tirando oggetti contro il muro. In certi momenti, quando arrivi all’esasperazione, esce fuori il mostro che è in te.
Malafollia, Giulio Perrone editore. Ovvero, l’antologia dei racconti dell’ottava edizione del Premio Goliarda Sapienza “Racconti dal carcere” promosso da inVerso Onlus – Associazione per la diffusione della letteratura e della scrittura a favore delle categorie socialmente svantaggiate con il sostegno della SIAE. A cura di Antonella Bolelli Ferrera, cui si deve anche la prefazione. Introduzioni di Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale, e di Edoardo Albinati, scrittore di chiara fama e maiuscolo talento – Premio Strega nel duemilasedici col monumentale La scuola cattolica, di cui i primi sostenitori furono Raffaele La Capria e Sandro Veronesi, che lo presentarono – che ha una lunga esperienza di docente in carcere. La caleidoscopica umanità raccontata in queste storie indaga con dovizia di particolari e raffinata solennità, anche nelle pieghe più abiette e oscure, la dimensione della reclusione e della follia, che è al tempo stesso una prigione ma anche una forma di evasione: da non lasciarsi sfuggire.