di Gabriele Ottaviani
Figurati se viene a Berlino senza di te…
La donna di picche, Remo Bassini, Neroitaliano. Secondo la cartomanzia, ammesso e non concesso che ci sia qualcuno che voglia dedicarsi a ritenere meritevole di un qualche credito una disciplina che non è in alcun modo suffragata da nessuna incontrovertibile prova di carattere scientifico, la donna di picche, che fa subito sovvenire alla mente il più alto punto in assoluto toccato dalla sublime narrativa di Puškin, che Landolfi, a differenza di molti altri assai meno talentuosi, e dunque protervi, salvo poi dare l’impressione d’essere volpi inabili a raggiungere un succulento grappolo, non aveva affatto alcun genere di remore a definire come un folleggiante e capriccioso genio assoluto, rappresenta una figura calcolatrice, pettegola, dispettosa, testarda, cattiva, vendicativa, dal carattere cupo. Come la nebbia che, pressoché sempiterna, avvolge la suggestiva Vercelli, non semplice sfondo bensì protagonista abilmente connotata del romanzo avvincente di Remo Bassini, che senza lesinare colpi di scena e con ottimo ritmo racconta del commissario Dallavita, nuovamente alla prese con delitti, giochi di potere e intriganti segreti… Da non lasciarsi scappare per nessuna ragione.