di Gabriele Ottaviani
Disegnavo la mia realtà sui quadernoni, quando ritornavo in uno stesso palazzo per la seconda volta, in orario differente, mi sentivo come un equipaggio dei rally: ero il navigatore che dopo la ricognizione redigeva un’attenta mappatura del percorso, e durante la gara, attraverso la voce e il linguaggio condiviso – sinistra 2 in destra 2 lunga, sinistra 3 lunga diventa 4, destra 4 lunga chiude – descriveva con un istante di anticipo il tracciato, le curve, le asperità che il pilota doveva affrontare; ma ero anche il pilota e la macchina da rally, un abitacolo lanciato, le cose intorno sempre più sfuggenti, l’attenzione focalizzata tra la realtà della pagina e quella dei luoghi: il risultato finale era la realtà commerciale. Guardavo disegni, pallini vuoti diventavano crocette, una crocetta era una crocetta, solo brusio, echi inesplosi, potevano accadere le situazioni peggiori o le migliori dietro quelle porte, ma non mi fermavo, contattavo solo chi non avevo trovato durante il primo tentativo. Il record giornaliero di contratti era diciotto, un numero irripetibile: i pianerottoli trasformati, non il solito territorio ostile ma un luogo di gioia, gli zerbini di zucchero filato, le porte di cioccolato, quel giorno avrei potuto suonare campanelli e ballare il tip tap in frac, tutti mi avrebbero aperto, vivevo in un musical, le persone facevano paura per la spensieratezza con cui mi accoglievano, la nonchalance nel firmare contratti, tutto troppo facile, ero certo che non fosse merito mio, ero quello di sempre e, d’accordo, avevo avuto accesso a un paio di palazzi inespugnabili, ma diciotto contratti era quanto realizzavo in una settimana di lavoro, dovevo monetizzare un giorno da diciotto contratti, sfondare la barriera dei cento mensili, entrare nella tabella provvigionale più alta.
Ipotesi di una sconfitta, Giorgio Falco, Einaudi. Non è l’elargizione di un sussidio che dà dignità a una persona. È il suo lavoro. Il lavoro è un bene primario. È una ricchezza. È una necessità. È un valore. Dal punto di vista etico. Sociale. Morale. Civile. Personale. Individuale. Collettivo. Psichico. Politico. Che è stato depauperato. Violato. Svilito. Abbandonato a sé medesimo. Giorgio Falco vede nel lavoro del padre qualcosa di cui, giustamente, perché davvero onesto, andare fiero, tanto che da bambino è la sua uniforme da autista degli autobus il prediletto fra i costumi di Carnevale, non certo la maschera di Zorro. Ma il mondo, appunto, nel tempo cambia, consuma, erode, mercifica, la guerra tra poveri vestiti di poliestere che hanno creduto nell’illusione dell’istruzione come ascensore sociale e si ritrovano a tampinare le anziane sole perché diano mandato all’agenzia immobiliare che li sfrutta di occuparsi della nuda proprietà del loro appartamento è sempre più feroce: esistere diventa resistere, però anche al tempo stesso un lungo apprendistato per diventare scrittori, per trovare nelle parole la salvezza. Autobiografia e insieme apologo tragicomico di una generazione, è un romanzo vibrante, potente, magnetico.