di Gabriele Ottaviani
Il punto di non ritorno fu raggiunto quando due calabresi di una ’ndrina violentarono e uccisero una prostituta a cui era a suo modo affezionato e Mosley li colse di sorpresa stordendoli nella loro automobile, poi li portò in un garage e li lavorò con il coltello tutta la notte. Quando arrivò la morte, per loro dovette essere quasi un sollievo. Non sapeva che i due facevano parte di una famiglia che in quel momento era in affari con il Rosso, e fu lo stesso Rosso a promettere ai suoi alleati italiani che ci avrebbe pensato lui, in prima persona, a vendicare i loro consanguinei. Si era impegnato a uccidere Mosley, ma non lo fece. Orso non era mai riuscito a spiegarsene il motivo. Evidentemente il suo capo provava una sorta di malsana compassione per quel ragazzo squilibrato. Lo allontanò, facendogli promettere che non si sarebbe fatto rivedere mai più, pena la morte. Da quel giorno, di Mosley nessuno aveva saputo più nulla.
Come un padre, Marco Martani, DeA Planeta. Orso è il braccio destro di un boss della criminalità organizzata marsigliese, proverbialmente efferata e potente. Si è sempre sentito immortale. Ma, come tutti, non lo è. E anche per lui giunge il momento di prendere coscienza di questa ovvietà: come sovente accade per gli uomini non più giovanissimi e dalla vita non perfettamente salubre, lo squarcio del velo ha la forma di un infarto, che lo coglie di sorpresa e che gli fa riconsiderare priorità e desideri, in primo luogo quello di rivedere la donna che ha amato e che gli ha dato una figlia. Per proteggerle le ha abbandonate: ma ora chiede aiuto al suo capo, il Rosso, per poterle ritrovare. Il Rosso però non è affatto intenzionato a privarsi dei servigi del suo più fido collaboratore, che non gli dà ascolto e parte ugualmente per l’Italia: ignorando che la sua più impervia discesa agli inferi sia dunque cominciata… Brillante, riuscito, compiuto, intenso, ben caratterizzato: da leggere.