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“Crepuscolo”

42b3d8734ded705bd07313b43d5efbfabdc48e.jpgdi Gabriele Ottaviani

Finalmente Sutter apparve soddisfatto. Ripiegò la mazzetta di banconote, la infilò nel taschino dei jeans e fece per andarsene. Sto solo perdendo tempo, disse. Ho da fare. Qualche progresso? Dipende da cosa intendi per progresso. Qualche risultato l’hai già avuto. Se solo mi venisse voglia di annusarti, scommetto che sulle tue dita ci troverei l’odore della ragazza. Quella bambolina che ti ho mandato per posta su un carro funebre. Non era prevista, quella. Mica doveva morire. Se c’era qualcuno che doveva morire era quel piromane di suo fratello e la sua boccaccia. Io e te avevamo parlato solo di fotografie. Un mazzo di foto che dovevo farti riavere. Le cose si sono messe male in fretta, non ci ho potuto fare niente, e quella bambolina morta ti costerà altri bigliettoni. Che vuoi dire? Che magari ho dovuto impedire che parlasse. Che magari le restava un po’ di fiato in corpo e ho dovuto spremerglielo fuori. Che magari non si era rotta tutto l’osso del collo e ho dovuto rompere quello che restava. Che magari non ho avuto tempo di sistemare tutto in modo che la polizia si bevesse la storia dell’incidente. O che continui a bersela. E questa è tutta roba che va sul tuo conto. L’incertezza sul volto di Sutter diede coraggio a Breece. Settemila e cinquecento dollari comprano una montagna di magari, disse con cautela. Mi piacerebbe avere qualche certezza in più. Come ti ho spiegato, per me è cruciale riavere quelle fotografie. Le riavrai, le tue preziose foto. E quando te le porto, magari ti porto anche il ragazzo, così avrai una bella coppia di bamboline. Tipo saliera e pepiera. Come ti suona? Portami le foto e basta. Sutter si rimise in piedi. Ti lascio alla povera vecchia signora Hull, così voi due potete finire. Quando se ne andò, Breece restò seduto sulla poltroncina.

Crepuscolo, Bompiani, William Gay, traduzione di Alessandro Mari. È il tempo che sussegue il tramonto o anche che precede l’alba, pure se questa accezione è meno comune: è uno stadio di luminosità incerta e limitata del cielo, che muta di tinta a causa del pulviscolo atmosferico e del vapore acqueo. È questo, la scienza ci dice, il crepuscolo, un momento sospeso, di transizione ed evoluzione, un’epoca di cambiamento nella quale tutto cambia e trascolora, come i ricordi che il passare dei secondi, dei minuti, dei giorni, delle settimane, dei mesi e degli anni lentamente erode, diluisce, sfuma. Viviamo in eterno solo nella memoria di chi resta, che spesso si affida a una tomba, qualcosa di tangibile per trattenere porzioni di immateriale: è in Tennessee che due fratelli scoprono che la bara del padre è stata profanata, e non è l’unica. Iniziano dunque a cercare di incastrare il becchino, ma non sarà così facile, anzi… Con una prosa sensazionale, potente, magnifica Gay medita sulle umane sorti e sulla condizione di sempiterno precariato della nostra vita: da non perdere.

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