Intervista, Libri

Alessio Forgione, Londra, Napoli e l’amore

download (1)di Gabriele Ottaviani

Alessio Forgione è l’autore dell’ottimo Napoli mon amour: Convenzionali, con gioia, lo intervista per voi.

Il titolo Napoli mon amour fa subito venire alla mente Hiroshima mon amour: perché questa scelta?

È un film che mi colpì moltissimo, visto in una giornata bellissima, mentre scrivevo Napoli mon amour, che ancora non aveva un titolo. Ne rimasi davvero estasiato e, forse con molta presunzione, mi sentii raccontato da quello che vedevo. Dopo un po’ ebbi l’esigenza di scriverne, di metterlo tra le altre cose del romanzo, perché voglio scrivere soprattutto di cose belle, e dopo un po’ di rubargli anche un pezzo del nome, perché mi piacciono le cose belle e vorrei possederle tutte.

Perché Faulkner e Il cielo sopra Berlino come citazioni in esergo della sua opera?

Faulkner è, al momento, lo scrittore che più mi affascina e credo che quella citazione allarghi il contenuto del mio libro. Il cielo sopra Berlino, che mi piace, sta lì per Nick Cave, che amo moltissimo.

Il suo protagonista cerca lavoro ma il lavoro non cerca lui, dice: quali sono i problemi del mondo del lavoro in Italia, e le possibili soluzioni secondo lei?

Credo che nel momento esatto in cui la Politica ricomincerà a considerare i suoi cittadini non semplicemente in qualità di elettori ma come esseri umani molto sarà già stato fatto. Il mondo del lavoro, che più che un mondo mi sembra un inferno, ha gli stessi problemi della Politica perché n’è diretta emanazione.

È più dolorosa la precarietà economica o quella emotiva?

Credo siano entrambe molto dolorose ma quella emotiva mi disturba di più, perché non m’importerebbe molto del lavoro che faccio o di quale farò domani, dove e in quali condizioni vivrò, se fossi appagato sentimentalmente, se riuscissi ad amare ed essere amato.

Il suo protagonista porta nel nome l’idea stessa d’amore: che cosa rappresenta questo sentimento per lei e in letteratura?

L’amore è quella cosa che può farti stare molto bene o molto male.

Cosa rappresenta per lei l’amicizia?

L’amicizia è quella cosa che ti toglie un peso dalle spalle.

E la famiglia?

La famiglia è quella cosa che può rilassarti.

Scrivo perché amo leggere e leggo perché una vita sola non è abbastanza, dice: quante vite servono per essere felice?

Cinquantuno.

Perché ha lasciato Napoli per Londra? Perché proprio l’Inghilterra?

Perché Napoli s’era presa tutto senza darmi nulla in cambio, perché volevo sentirmi impreparato, perché volevo continuare ad imparare, perché non volevo credere d’essere troppo vecchio, perché volevo ascoltare i soliti discorsi, ma portati avanti in lingua diversa, perché incominciavo a provare stanchezza.

In cosa sono diverse e in cosa si somigliano la sua città di nascita e quella in cui vive?

Non credo ci siano punti di contatto o, almeno, al momento, non riesco a vederli. Londra è dove sono in questo momento, dove sono stato accolto e dove vivono alcuni dei miei esseri umani preferiti, ma è anche dove potrei non essere in futuro. Napoli, invece, qualsiasi cosa accada, prima o poi, è dove ritornerò.

Quali sono il libro, il film e la serie tv del cuore? E perché?

Viaggio al termine della notte, di Louis-Ferdinand Céline, perché è esistito un Alessio fino a che non l’ha letto e un altro dopo averlo finito.

Trois couleurs: Blanc, di Krzysztof  Kieslowski, perché lui l’ama e lei no e lui smuove il mondo, lo distrugge e lo rifà da capo, fino a che lei non si arrende.

The Sopranos, perché potrebbe essere un bellissimo romanzo di Dostoevskij.

 

 

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