di Gabriele Ottaviani
Qui da noi in Italia «quella cosa lì» si può dire in tanti modi: frocio, finocchio, omosessuale, checca, rottinculo, pederasta, sodomita, bardassa, culattina, invertito, paraculo, ricchione, uranista… Mi piace tantissimo come dicono a Firenze: «c’è le paste», che sembra l’annuncio di una festa. Invece odio come lo dicono a Genova, «buliccio», che sembra una specie di lumaca o verme bavoso. Negli ultimi vent’anni circa, specie dopo la guerra, s’è diffusa un’espressione nuova: «fascista». Ora, il fascismo che imperversò per l’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale era tutta un’altra cosa. Non per niente l’aveva fondato Benito Mussolini. Mussolini, un romagnolo, figlio del fabbro del paese, dopo aver fatto il maestro, il muratore, il barbone e chissà che altro, aveva risolto il problema di come mettere insieme il pranzo con la cena buttandosi in politica. Un fantastico oratore, era rapidamente diventato un caporione socialista, fino a diventare direttore dell’Avanti. Poi, nel 1914, era uscito (o era stato cacciato) dal partito, che non voleva la guerra mentre Mussolini la voleva: s’era messo con D’Annunzio e aveva fatto di tutto per far entrare nel conflitto l’Italia al fianco degli Alleati, generosamente finanziato da massoni e francesi. Dopo la vittoria crea un movimento detto appunto «fascista» la cui principale attività è quella di manganellare e far bere olio di ricino a socialisti, comunisti, popolari, contadini e operai per conto di agrari e industriali, ovviamente in nome della grandezza dell’Italia. I picchiatori, organizzati in squadre e perciò detti «squadristi», erano spesso ex Arditi delle trincee, si chiamavano fra di loro «camerati» e per distinguersi indossavano camicie nere. Fecero fuori qualche centinaio di persone e nell’ottobre del 1922 sembravano sul punto di conquistare l’Italia. Ecco, mio padre era uno di loro.
1958 – Una storia dell’età atomica, Stefano Trucco, Intermezzi. Il millenovecentocinquantotto, dodici lustri fa, è l’anno, tra sala cinematografica e libreria, di Blob, Vertigo, La gatta sul tetto che scotta, La lunga estate calda, Il vecchio e il mare, Il grande paese, La mosca, Warlock, Colazione da Tiffany, Anatomia di un omicidio, Il dottor Stranamore, Exodus, Licenza di uccidere, Nessuno scrive al colonnello, dei governi Zoli e Fanfani II, il tempo in cui l’Italia non va ai mondiali di calcio, entra in vigore il trattato di Roma, si disintegra lo Sputnik 1 a contatto con l’atmosfera, il Marocco e la Tunisia aderiscono alla lega araba, Modugno vince con Dorelli Sanremo cantando Nel blu dipinto di blu, viene approvata la legge Merlin, esce postumo Il gattopardo, lo scià ripudia Soraya, nasce Madonna, inizia la carriera di Mina, viene alla luce la NASA, Pasternak deve rinunciare al Nobel e accade molto altro ancora, in piena guerra fredda. Tra cui il viaggio verso Roma, sul finire di un luglio bollente, a bordo di una Giulietta rossa, di un aspirante attore insieme a suo padre, un eroe, un agente segreto. Ma… Mozzafiato.