di Gabriele Ottaviani
Andrò da Skeetah come Medea da suo fratello…
Salvare le ossa, Jesmyn Ward, NN. Traduzione di Monica Pareschi. Bois Sauvage, Mississippi, è letteralmente nell’occhio del ciclone. La tempesta sta arrivando. È questione di minuti, ore, giorni. Un uragano potrebbe abbattersi sulla località, e devastare ogni cosa. Ci sono baracche. Boschi. Rottami. E la Fossa. Un avvallamento. In cui vive una famiglia. Non c’è madre. Skeetah deve assistere il suo pitbull da combattimento dopo il parto, Randall, quando non gioca a basket, si prende cura del piccolo Junior, il padre cerca di barcamenarsi come può per far fronte all’emergenza incombente, Esch, la protagonista, unica figura femminile in un mondo pressoché tutto al maschile e mascolinizzato, in questi dodici epici giorni in cui la vita e il mito si intrecciano, i legami si cementano, l’amore è l’unico faro nella notte, disperato anelito di pace contro tutto e tutti, narra la sua vicenda, legge la storia degli Argonauti, è innamorata di Manny e scopre di aspettare un bambino. Scritto in stato di grazia, è una monumentale cornucopia di delizie. Appagante.
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