di Gabriele Ottaviani
L’opera più complessa che affronta l’interazione tra televisione e immaginario è indubbiamente Troppi paradisi di Walter Siti.
Il romanzo italiano contemporaneo – Dalla fine degli anni Settanta a oggi, Carlo Tirinanzi De Medici, Carocci. La storia generale del romanzo è un albero, sostiene Rizzante, ma quella puntiforme del romanzo italiano pare più simile a un arcipelago, poiché non si è mai sviluppata una koinè romanzesca. Così, tra i gusti del pubblico e le opinioni della critica, fra lo sperimentalismo e l’affermazione di un vero e proprio canone del proibito, passando per le esperienze di Se una notte d’inverno un viaggiatore e Il nome della rosa, il magistrale Altri libertini dell’indimenticato e indimenticabile Tondelli e poi Del Giudice, Celati, il postmoderno e il postmodernismo, il recupero del fantastico con Capriolo, Dunanti, Samanà, Bacci e Tabucchi, lo sviluppo del romanzo antiquario, la predilezione per la periferia, gli scritti di Atzeni, Vassalli, De Carlo, Piersanti, Van Straten, Lodoli, Antonaros, Albinati, Ammaniti, Wu Ming, Pincio, Pascale, Rastello, Saviano, Pischedda, Parrella, attraversando i decenni e i mutamenti, tra Busi, Siti, Nove, Bajani e Murgia e indagando anche la pesante ingerenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla letteratura e non solo, Carlo Tirinanzi De Medici tratteggia un ritratto dettagliatissimo e mai ostico del nostro attuale mondo culturale. Imprescindibile.