di Gabriele Ottaviani
Il lessico dei morti
è la metà del nostro;
a mezzogiorno l’ostro
sfoglia il vocabolario
dei pellegrini.
In che luce cadranno, Gabriele Galloni, RPlibri. Nella collana diretta da Antonio Bux che firma anche l’introduzione a questa raccolta di componimenti del giovanissimo (classe millenovecentonovantacinque) poeta romano dalla voce più che matura, intensa, autorevole, originale, elegante, raffinata, potente, stentorea, seducente, emozionante, che induce alla riflessione e alla sincera commozione, si staglia un’opera che fa della sua natura, classica e insieme modernissima, lo strumento dell’arte stessa. A cosa serve del resto la parola se non a penetrare il mistero, a cercare di definire l’indefinito e l’infinito, ad abbracciare una favilla che faccia luce e tenti di illuminare la ricerca del senso delle cose? È di un altrove che canta Galloni, di un aldilà che si fa carne e testimonianza. Da leggere.
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