di Gabriele Ottaviani
Attraverso le bocche si vede l’acqua alle loro spalle. Quelle bocche non vanno da nessuna parte. Non ci avevo mai fatto caso. Il cibo non avrebbe mai raggiunto i loro stomaci. Sarebbero rimasti per sempre affamati, a mangiare in eterno senza mai riempirsi la pancia. È sbagliato, dissi. Non capisco, disse lui. Dove va a finire? Quello che vedevo erano le parti di un pesce che vagavano negli oceani ognuna per conto proprio.
Aquarium, David Vann, La nave di Teseo, traduzione di Andrea Silvestri. Seattle è una grande città. Piovosa e mercantile. C’è un grande porto. E un grande acquario. Caitlin ha dodici anni. Sua madre è un’operaia. Vivono insieme, in una casa piccolissima. Ogni giorno Caitlin va all’acquario. E vedendo i pesci sogna un altro mondo. Davanti alle vasche incontra un uomo. Un anziano signore. Anche lui appassionato di pesci. Ma non è solo per quel motivo che quell’uomo si trova lì. La ragione, com’è evidente, è prima di tutto un’altra… Con la semplicità di un linguaggio raffinato che arriva dritto al cuore Aquarium emoziona sinceramente, e si legge con trasporto travolgente.