di Gabriele Ottaviani
La verità, per sua stessa natura, è evidente…
Tra passato e futuro, Hannah Arendt, Garzanti. Traduzione di Tania Gargiulo. Per quattordici anni apolide perché il nazismo le tolse la cittadinanza nel millenovecentotrentasette e fino al millenovecentocinquantuno non poté dirsi americana, teorica della politica, come preferiva essere definita anziché filosofa, legata a Heidegger, a Jaspers e ad Anders, contraria a certe forme di democrazia rappresentativa, cui preferiva quella diretta, ispirata per La banalità del male dal celebre processo a Eichmann, esegeta finissima di tematiche come il potere, la politica, il totalitarismo, l’autorità, in questo volume che raccoglie vari saggi Hannah Arendt si immerge completamente nella Storia. Una storia da cui non solo non si impara nulla, ma che anzi viene rimossa, dimenticata: ogni generazione che segue quella che l’ha preceduta non pare aver appreso nulla dal passato. Che proprio per questo è fondamentale, viceversa, recuperare. Tutto appare in crisi, perché all’azione si è sostituito un pericolo maggiore della mera violenza. L’apatia, l’indifferenza. Da leggere.
Pingback: “Eichmann – Dove inizia la notte” | Convenzionali