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“Jesse”

51ViJEx-NwL._SX317_BO1,204,203,200_.jpgdi Gabriele Ottaviani

Ogni giorno ti si spezza il cuore quando vedi che tuo figlio non riesce a raggiungere i normali traguardi della crescita.

Jesse, Marianne Leone, Nutrimenti, prefazione di Davide Ferrario, traduzione di Letizia Sacchini. Jesse è allegro. Bello. Dolce. Buono. Simpatico. Sorridente. Gioioso. Bravo a scuola. Gli piace la poesia. Ama il windsurf. Non parla. Soffre di epilessia. È tetraplegico. La madre lo sente, la madre lo sa: un giorno lo troverò morto nel suo letto, ha detto, ha scritto. È esattamente quello che succede. Quando lui ha solo diciassette anni. E lei non è più nulla, perché per chi perde un figlio non c’è la parola, tanto non ha senso che accada. E invece lei le parole le trova. Racconta il viaggio insieme a quel figlio che non c’è più fatto da lei e suo marito per farlo vivere quanto meglio possibile. E quello, ancora più arduo, compiuto dopo, da soli, per sopravvivere. Perché vivendo loro vive anche Jesse. Leggere questo libro è una straziante esigenza morale.

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Una risposta a "“Jesse”"

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