di Gabriele Ottaviani
Il permesso – 48 ore fuori, di e con Claudio Amendola, scritto da Giancarlo De Cataldo in collaborazione anche col succitato regista e con Roberto Jannone, è in sala dal trenta di marzo. E non è Romanzo criminale o Suburra ma tutto sommato nonostante sia un po’ altalenante si lascia ben guardare, benché a tratti mostri un po’ la corda e i principali interpreti se la cavino con agilità ma non siano forse alla loro miglior prova. Se Amendola infatti davanti alla macchina da presa convince pienamente non altrettanto, ma la loro interpretazione è comunque credibile, Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè, punte di diamante di un cast che comprende anche Antonino Iuorio, Valentina Sperlì, Ivan Franek, Alessandra Roca, Simone Liberati, Massimo De Santis, Silvia Degrandi, Stefano Rabatti, Andrea Carpenzano, Davide Argenti, Gerry Mastrodomenico e Alice Pagani. Argentero, Amendola, Ferrara e Bellè sono rispettivamente Donato, Luigi, Angelo e Rossana, detenuti ai quali vengono concesse quarantotto ore di permesso al di fuori della casa circondariale: le loro storie, caratterizzate da varie differenze e molteplici punti di contatto, si intrecciano e amalgamano tra desolazione, desiderio di riscatto e speranze per un futuro diverso. C’è chi vuole ritrovare sua moglie, chi ha degli amici che in realtà lo sfruttano, chi desidera salvare suo figlio che lo vede come un mito, ma non lo è affatto, e chi ha avuto tutto e non l’ha saputo apprezzare. Belle le musiche e la fotografia, abbastanza preciso il montaggio.