di Gabriele Ottaviani
È buona. Generosa. Ingenua, ma non stupida, anche se c’è chi lo crede. Vive in un mondo tutto suo. La porta avanti un sogno fatto di arte, bellezza, musica, che la fa sopravvivere pure alla malattia e che nessuno, anche perché conscio della riconoscenza dovuta al fatto che la vita comoda che conduce è dovuta solo e soltanto a lei, ha cuore di infrangerle sotto gli occhi. E anzi la protegge dal ludibrio di chi non ha tenerezza. Perché la verità gratuita è peggio di un inganno, certe volte. È la trasposizione filmica della reale vicenda di una donna che ha sofferto terribilmente e ha guardato il mondo con gli occhi di una bimba che si sorprende di ogni cosa. L’anno scorso a Venezia fu Catherine, ora è Florence. Florence Foster Jenkins. Di Stephen Frears. Con Simon Helberg, Rebecca Ferguson e soprattutto uno Hugh Grant dallo smalto eccezionale e lei. Meryl Streep. Stratosferica come non la si vedeva da tempo. C’è qualche passaggio narrativo facile facile, ma la pellicola è complessivamente un incanto di emozioni.