di Gabriele Ottaviani
Mi guarda curioso, meravigliato. Poi fa un altro passo e spalanca le braccia, me le mette intorno. “Fadi,” ripete. “Giuro, credevamo fossi morto in Siria. Dicevano che c’era stato un attacco aereo, bre? Come in un cazzo di film, capito? Ne parlavano su Internet. Che insieme a qualche capo dell’Isis erano stati sterminati tutti quelli del Quartiere?” Annuisco, lo sguardo vaga. “Ce l’hai una siga?” gli domando. Mehdi rimane immobile, mi guarda e basta, ancora come se fossi uno spettro. “Sì, sì, certo…” mi fa alla fine, cacciando fuori un pacchetto delle Marlboro rosse di contrabbando del Siriano. Ne accendo una e tossisco al primo tiro, boccheggio. È da più di sei mesi che non fumo, ma ora come ora me ne sbatto. “C’è stato un attacco,” dico. “Ne sono morti tanti, fratello.” Con la mano gli indico più in là, lungo la strada. “Vieni, andiamo, non mi va di stare fermo qui.” Così ci allontaniamo sull’asfalto, attraverso l’odore dei pini, attraverso l’infanzia e l’adolescenza e quello che siamo adesso. Il parco giochi è buio, vuoto e malmesso come sempre. Ci sediamo nella sabbia, come quando eravamo bambini. La facciamo scivolare fra le dita. “Come mai sei tornato?” mi chiede Mehdi. “Ormai eri superjihadista, fratello, con barba e tutto. Barba poi… quattro peli!” Ride ed è da tanto che non sento qualcuno ridere, così rido anch’io e resto stupito dal suono che mi esce, che è forte e spara in tutte le direzioni, non è la mia risata normale, perciò torno a tacere. Mi guarda, si china in avanti come per studiarmi il viso e mi sta così attaccato che mi tiro indietro. “Cazzo se sei magro, len. E i tuoi occhi? Minchia, sembri un morto. Forse dopotutto sei davvero un fantasma.”
Disordine, Joakim Zander, Bompiani. Traduzione a cura di Alessandro Borini e Barbara Fagnoni. Avvocato di giorno, persino presso la commissione e il parlamento europei, scrittore di notte. E che scrittore! Di talento. Davvero. La sua prosa è fotografica, credibile, asciutta, interessante, coinvolgente. Svedese, quarantunenne, attualmente vive a Lund con moglie e prole. E regala a tutti gli appassionati un nuovo giallo, in cui chi ha già letto la sua precedente opera, Il nuotatore, ritroverà alcuni personaggi. In particolare Klara, che dopo una vita rocambolesca si sente finalmente al sicuro. Ma l’apparenza tanto per cambiare inganna e la sua vicenda esistenziale si intreccia a quella di Yasmine, che ha lasciato la periferia di Stoccolma per New York sperando così di lasciarsi alle spalle pure il passato. ovviamente è un’illusione, e al centro di tutto questo c’è un enigma che si mette in relazione con tutte le più forti paure della contemporaneità. Da non perdere.