di Gabriele Ottaviani
Un attimo dopo uno scoppio fa tremare i tetti delle case, sgretola camini, incide crepe nelle pareti.
Questa vita tuttavia mi pesa molto, Edgardo Franzosini, Adelphi. Aristocratico. Scapigliato. Viaggiatore. Morto suicida a trentadue anni, nel millenovecentosedici. Quasi sordo a causa di otiti croniche. Scultore di animali, perlopiù fiere. Una pletora di creature senza parole ma con tanti versi, le uniche forse con cui potersi rapportare davvero. Fratello del fondatore di una casa automobilistica che ha prodotto fra le più splendide autovetture che il design ricordi, e nipote di uno dei più grandi artisti dell’arte nostrana, ossia Giovanni Segantini, Rembrandt – nomen omen – Bugatti è il protagonista della biografia, fantastica in ogni accezione, per fattura e libertà d’immaginazione, sempre con un’ala a sfiorare il vero e il verosimile, scritta da Edgardo Franzosini, raffinatissimo e brillante autore, dalla prosa preziosa ma mai ostile, che già in passato ha concesso le luci della ribalta della sua scrittura a personaggi di spicco, come il tormentato Bela Lugosi, il Dracula per eccellenza. Agile e avvincente, è da non perdere.
Pingback: Premio Comisso – La prima selezione per la finale | Convenzionali