di Gabriele Ottaviani
Quando diventai cardiologo non immaginavo lontanamente che alla mia età sarei finito a intrattenermi in posti squallidi con degli sconosciuti. Eppure eccomi qui. In ogni fase della vita c’è un momento, prima di voltare pagina, in cui si fa il bilancio del periodo e io ho sempre il conto della felicità in rosso.
Vincenzo Fiore è laureato in filosofia. E si vede. Il libro che scrive, infatti, è densamente, profondamente, costitutivamente filosofico. Parte dal particolare per assurgere al generale, combina in continuazione piano reale e mondo ideale, trascendenza e immanenza, il tema della singolarità e quello sempiterno del doppio. De Tommasi è un dottore. Che ha perduto la via. Non si riconosce più. Non ha più una visione del mondo in prospettiva. Poi, un giorno, un incontro sconvolge ogni cosa… Nessun titolo, Nulla die. Interessante.
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